domenica 20 novembre 2016

Calamita mini Papa Francesco caricatura 3D

Calamita realizzata a mano in pasta polimerica e disponibile su Etsy
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sabato 19 novembre 2016

Collana "She-Devil"

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venerdì 4 novembre 2016

L'entrata a scuola: istruzioni per l'uso.

“L’entrata a scuola: istruzioni per l’uso”

Ogni mattina milioni di mamme (e di papà) si alzano prestissimo per portare a segno una missione: i figli in orario a scuola!
Ogni famiglia si organizza con rituali differenti e personalizzati alle proprie esigenze.
Oggi vi racconto la mia mattina-tipo.
La sveglia puntata alle 6:30 che squilla con un suono elettronico-metallico ogni 7 minuti: questo strumento malefico, che affetta il cervello con precisione chirurgica al pari della lama affilata di Goemon Ishikawa, viene disattivata temporaneamente per un paio di volte dal gesto automatico di mio marito. Nessuno ha il coraggio di alzarsi, essendo imbozzolati nel piumone… Nessuno ha la forza di mettersi in piedi ed attivare le procedure di uscita da casa!
Così facendo abbiamo già bruciato una buona mezz’oretta, ma il subconscio (leggi “c’avemo sonno!!!”) ha prevalso.
Al quarto fastidioso rintocco della sveglia, Marilina (la sottoscritta, alias la “mamma”) decide che è ora di alzarsi.
Il primo movimento è quello di girarmi sul fianco in direzione uscita dal letto; poi spunta fuori dal piumone il primo piede, seguito dal secondo; a questo punto mi ritrovo in piedi (non so nemmeno come ho fatto… miracoli della fisica!) e, con gli occhi ancora chiusi, come una talpa cecata (cfr. Signorina Carlo), cerco disperatamente i miei occhiali sul comodino… che puntualmente cadono a terra insieme a qualche libro o rivista: per fortuna gli occhiali sono infrangibili!
Mi fiondo in bagno e cerco di fare i miei bisogni alla velocità della luce, più rapida di Clark Kent nella cabina telefonica!
Il bagno: il luogo più affollato e richiesto di mattina. Per una coordinazione perfetta non possono esistere schizzinosi, sorry! Quindi se non volete fare tardi non esiste il bigliettino del salumiere: tutti insieme appassionatamente! 
Nessuno può sostare più di 5 minuti al w.c., al bidet ed al lavandino (fortunatamente la doccia è esente, in quanto già effettuata la sera precedente), altrimenti scatta la multa per aver superato il limite tempo del “gratta e sosta”!
La prima ad entrare in bagno, come dicevo poc’anzi, sono io e, mentre sto ultimando le mie procedure, sopraggiunge lo zoombie di mio marito… ed insieme ci coordiniamo tra i vari settori igienici.
Sono le 7:10: tv già accesa e sintonizzata sulla rassegna stampa de La7 per essere informati delle news, macchinetta del caffè attivata, latte nel pentolino… e mentre mio marito continua a preparare la colazione, a me tocca l’infausto compito di svegliare le belve umane: i miei figli!!!
Vado prima in camera di Davide perché lo conosco e, nonostante sia un pigrone, non fa troppe storie ad alzarsi. Infatti al secondo gentile richiamo con annesso bacio a ventosa sulla calda e rugosa guancia (rughe da cuscino), il patatone si alza, come me: occhi chiusi, un rigagnolo di saliva dall’angolo della bocca, capelli arruffati in stile Goku super Sayan e, scalzo, si avvia in cucina perché sa che il latte è già pronto in tavola.
Mentre Davide si accomoda in cucina, io mi dirigo in camera di Diana, il drago dormiente.
Svegliare mia figlia è un momento traumatico e drammatico: viene chiamata dolcemente per una decina di volte; poi si passa alla sottrazione forzata del piumone… lei si raggomitola, ma non cenna minimamente a mettersi in piedi. Sono costretta, dunque, a metodi più coercitivi: tono di voce “leggermente” più alto, pacchette sul culetto, apertura manuale delle palpebre, squilli di tromba, cannone del Gianicolo, colpi di gong, sirena della Polizia, sirena dei Vigili del Fuoco, sirena dell’ambulanza, bazooka di Rambo, cd di Gigi D’Alessio… E quando nemmeno Gigi D’Alessio ha effetto, sono costretta a tirarla su e come un automa la conduco in cucina.
Finalmente possiamo divorare la colazione… già, proprio così, “divorare” perché il tempo non è sufficiente per pasteggiare, per deliziarci di latte, caffè e biscotti in santa pace… Dobbiamo essere rapidi ed efficaci, altrimenti facciamo tardi a scuola (ed il papà al lavoro… non dimentichiamolo!).
Durante la colazione, le mie orecchie sono sintonizzate sulle previsioni meteo di Paolo Sottocorona: secondo me è l’unico che azzecca il tempo (in una percentuale accettabile). Quindi in base a quello che dice Paolo, decido se portare o meno l’ombrello e se mettere il giubbino oppure uscire solo con la t-shirt (sono un animale “calorifero” ed odio coprirmi eccessivamente: what’s canottiera?!?!).
Sono le 7:30 e dopo la colazione tocca ai più piccoli andare in bagno: Davide che non centra il bersaglio e fa pipì fuori dal w.c. (e già penso che al mio ritorno dovrò pulire… per poi essere nuovamente sporcato all’uscita di scuola!); Diana che allaga tutto perché invece di lavarsi fa la circense con le bolle di sapone; lavaggio di denti insufficiente secondo i miei canoni e, quindi, secondo lavaggio come dico io (!!!); pulizia delle orecchie con Davide che non sta fermo nemmeno un secondo con i commenti di Diana in sottofondo (“mamma ma fa le candele come Shrek?”); pettinate rapide in stile Jean Louis David ubriaco e per finire le “sprayate”!!!!
Ora, se non vi siete ancora annoiati a leggere le mie cavolate e siete lucidi e curiosi, vi starete chiedendo: ma che sono queste “sprayate”?!?!?
Ebbene in tutte le scuole ci sono due grosse piaghe (oltre la mancanza della carta igienica): i pidocchi e le zanzare (manco fossimo nella palude di Nabreus!).
Ogni mattina una mamma si alza e sa che deve correre in bagno e spruzzare i figli con spray repellenti.
Per combattere i pidocchi usiamo un prodotto puzzolentissimo che viene spruzzato sull’attaccatura frontale dei capelli, sulle tempie, dietro le orecchie e sulla nuca… e poi abbondiamo, su tutta la capigliatura (e nonostante l’uso preciso e costante di shampoo preventivo e spray repellente, i pidocchi pure ce li siamo beccati… ma vaff@##@@ò!!!). Ovviamente questa pratica dovrebbe essere svolta da tutti per avere risultati ottimali, ma purtroppo la piaga “pidocchi” è dura da debellare (nota: i prodotti anti-parassitari costano ‘na cifra!!!!).
Per le zanzare, invece, spruzzo un prodotto meno fetido all’aroma di citronella su braccia, mani e collo… Risultato? Non serve a nulla! Le zanzare si sono organizzate con maschere antigas, giubbotto antiproiettile, anfibi e sono assetatissime del dolce sangue dei nostri figli!
Su di me non spruzzo nulla perchè le zanzare non si avvicinano nemmeno: mi te-mo-no!!! Sanno che se mi ronzano vicino l’orecchio la loro fine è segnata (leggi con risata satanica).
Dopo aver fatto i bisogni, i lavaggi, i pettinaggi, le sprayate, si passa ad indossare il grembiule… Intanto sono le 8:20 (l’entrata in classe è 8:25!!!).
La mia grandissima fortuna è avere la scuola vicinissima a casa: potrei non accompagnare i bambini di persona, ma catapultarli direttamente nel giardino della scuola… purtroppo non ho spazio per una bella catapulta, ma mi sto attrezzando per una funicolare balcone-giardino.
-     Grembiule: indossato!
-     Giubbino: messo!
-     Zaino: preso!
-     Bacio a papà: dato!
Corsa frenetica per le scale, saluto volante al portiere ed ai vicini incontrati tra pianerottolo e portone, attraversamento strada con occhi e cervello attivati anti nonni che guidano come se non ci fosse un domani…
Arriviamo davanti il cancello della scuola: stanno già entrando ed ora comincia la battaglia, quella più dura e sanguinosa per noi mamme che non vogliamo fare tardi… La guerra ai genitori RINCOGLIONITI!!!!
L’entrata a scuola, intendo proprio la struttura dell’edificio, è una specie di imbuto: c’è uno spiazzo dove tutti sostano in attesa dell’apertura del cancello. Sostano anche genitori con cagnolini al seguito e spesso lasciano concime gratuito proprio davanti scuola… E siccome la mattina c’è chi è distratto, mezzo-assonnato, affannato perché in ritardo, chi è stordito proprio da D.N.A., queste mousse canine vengono schiacciate, strisciate e diffuse per buona parte dell’area antistante la scuola.
Cari cani non ce l’ho con voi! Voi avete la necessità fisiologica come tutti gli esseri viventi… Io ce l’ho con i vostri padroni che purtroppo, nonostante la giovane età, soffrono di una forma precoce di Alzheimer e dimenticano le procedure igieniche in caso di defecazione del proprio amico a quattro zampe.
Facciamo un breve ripasso, ripetiamo insieme come un mantra:
cacca --> bustina
cacca --> bustina
cacca --> bustina
Sarebbe, comunque, utile portare il cane altrove, in aree specifiche, e non davanti la scuola!
Torniamo al nostro “imbuto”: nello spiazzo sono tutti pronti ad entrare. I genitori non vedono l’ora di fiondare i figli perché devono recarsi al lavoro; i figli non vedono l’ora di entrare (qualcuno no!) perché sono felici (seeeeee vabbè!!!) di studiare ed apprendere cose nuove. E così tutti sembrano dei maratoneti sulla linea di partenza in attesa del segnale: -3, -2-, -1 viaaaaaa!!!
Ecco il custode che apre i cancelli ed i bambini cominciano ad entrare nell’imbuto seguiti dai genitori.
I ragazzi sono invasati, mentre le ragazze menadi impazzite al seguito di Dioniso: si rincorrono, si spingono, si abbracciano, scherzano, giocano e pian piano vengono risucchiati dall’imbuto.
I genitori… Loro si dividono in due categorie:
1)       I genitori “frettolosi”: quelli che non vedono l’ora di sganciare i figli e scappare… Bacio al volo, saluti e raccomandazioni, un rapido sguardo (sì, mio figlio è entrato), benedizioni con mano destra ad altri genitori e fuga verso il lavoro o verso casa.
La sottoscritta fa parte di questa categoria: ho sempre fretta, ho sempre qualcosa da fare e per natura sono un orso grizzly (mente e corpo)… non amo sostare a chiacchierare, non amo socializzare, non amo! Quindi lasciati i bambini, saluti veloci per educazione e fuggo verso l’infinito ed oltre.
2)        I genitori “romantici”: quelli che dal primo giorno di scuola fino all’ultimo, ogni volta che il proprio figlio entra nell’imbuto, gli si spezza il cuore… un pezzo di cuore viene strappato e portato di forza nelle mura scolastiche! Loro non si accontentano del bacio, delle carezze, delle raccomandazioni, dei riti di entrata, delle pacche benauguranti sulla spalla… no, loro vivono in maniera tragica questo distacco! E così li vedi lì piantonati nella strettoia dell’imbuto, fermi, ritti, con gli occhi puntati verso l’orizzonte, a guardare il figlio che entra e chissà dopo quanto tempo lo rivedranno… gli occhi bagnati dalle lacrime trattenute, la mano alzata che sventola il fazzoletto come se fosse l’ultimo addio prima di partire per la guerra… E sempre lì piantonati, fermi e ritti, mentre i genitori “frettolosi” cercano di dribblarli scansando pure le cacche dei cagnoli dei genitori “alzheimeriani”.
Finalmente la procedura di “entrata a scuola” si è conclusa.
Potrei raccontarvi anche qualche simpatico aneddoto circa i gruppetti dei genitori che sostano dopo l’entrata per raccogliere i soldi per il fondo cassa o per le feste di compleanno, per discutere circa le piaghe scolastiche, per puntualizzare le cazzate dette in chat su WhatsApp… ma questi saranno argomenti di altri racconti… se vi farà piacere continuare a leggere pezzi di vita quotidiana visti da un orso grizzly.


P.s.: Durante tutta la procedura di uscita, per ottimizzare i tempi, ho dimenticato di pettinarmi. Mi accorgo di questo piccolo particolare mentre passando davanti una libreria, distrattamente vedo il mio riflesso sulla vetrina. Mi fermo e mi guardo (magari la commessa pensa che sono interessata ai libri!): i miei capelli sembrano l’incrocio tra un mocio Vileda, Caparezza e Rubeus Hagrid… praticamente anarchici!